25/01/2024
Tra spettacoli teatrali, radiodrammi, un film documentario e una pubblicazione letteraria.
Milano e Lubiana hanno ospitato due conferenze stampa per svelare un nuovo e ambizioso progetto del programma ufficiale della Capitale europea della cultura 2025 Nova Gorica-Gorizia. Inabili alla Morte (Nezmožni umreti), coprodotto dall’italiana Mittelfest e dalla slovena SNG Nova Gorica, comprenderà spettacoli teatrali, radiodrammi, un film documentario e una pubblicazione letteraria. Il titolo viene dal capolavoro di Joseph Roth, il romanzo “La Cripta dei Cappuccini” (1938), ispirazione dell’intero progetto.
Si tratta di un’interpretazione dell’Europa dei giorni nostri basata sugli eventi storici, e di un’interpretazione dei confini e delle zone di frontiera: due Gorizia, due città al crocevia di tre culture europee – italiana, slava e germanica – che insieme rappresentano la storia viva del continente dopo le guerre mondiali, le divisioni che ne sono derivate e i tentativi di superarle. L’idea di base del progetto è stata concepita e sarà in parte diretta da Giacomo Pedini.
Il progetto è sostenuto dalla Regione Friuli-Venezia Giulia per la Capitale europea della cultura. Comprenderà tre spettacoli teatrali e sei radiodrammi in collaborazione con RAI Radio 3, RAI FVG e il Programma Ars di Radio Slovenia. Inoltre, saranno prodotti un film documentario e una pubblicazione letteraria, con un orizzonte temporale che va dalla primavera del 2024 all’autunno del 2025. Tutto questo sarà realizzato in una prospettiva transfrontaliera, che prevede la collaborazione tra le due città, tra rinomate istituzioni partner e artisti di spicco, come gli scrittori Goran Vojnović e Paolo Di Paolo, il compositore Cristian Carrara, l’attore Natalino Balasso, il regista Janusz Kica.
Per compiere questo viaggio nel tempo, il progetto è suddiviso in tre parti, ovvero tre spettacoli, attraverso cui viene raccontata la storia della famiglia Trotta. I suoi membri sono i protagonisti del romanzo “La Cripta dei Cappuccini”. Il primo spettacolo, basato su un adattamento teatrale del romanzo, ripercorre il crollo dell'Impero asburgico e le sue conseguenze. Gli altri due, che saranno il risultato di due nuove commissioni letterarie – una slovena per Goran Vojnović e una italiana per Paolo Di Paolo – seguiranno ancora le orme della famiglia Trotta, immaginandosi come si sarebbe evoluta nel tempo: prima all’ombra del muro di Berlino negli anni Sessanta – “Cercando la lingua perduta” (Iskanje izgubljenega jezika), titolo provvisorio –, poi nell’estasi illusoria dei primi anni Novanta – “L'alba dopo la fine della storia” (Zora po koncu zgodovine), titolo provvisorio. I tre testi saranno poi trasformati in tre radiodrammi e in un libro (sia in italiano che in sloveno). I temi, i luoghi e le storie evocate da quest’ultimo entreranno a far parte di un film documentario appositamente realizzato, che seguirà le tracce tra Est e Ovest di questa sorta di semi-sconosciuta Europa “inabile alla morte”.