Ingeborg Bachmann (1926–1973) è considerata una delle più importanti figure letterarie del XX secolo.
Ingeborg Bachmann nacque il 25 giugno 1926 a Klagenfurt, città che ha segnato la sua infanzia e che in seguito è diventata anche il luogo in cui si svolge il concorso letterario annuale dedicato a lei, con l’assegnazione del Premio Ingeborg Bachmann. Questo prestigioso riconoscimento, considerato uno dei più importanti della letteratura di lingua tedesca, verrà assegnato quest’anno per la 49ª volta. Il concorso si svolge tradizionalmente alla fine di giugno nel teatro dell’ORF.
Bachmann è stata poetessa, scrittrice, saggista e filosofa, capace di fondere l’espressione letteraria con la profondità dell’esistenzialismo, della filosofia del linguaggio e della critica sociale. Le sue opere sono caratterizzate dalla ricerca di significato, libertà e identità, spesso mettendo in luce i dolorosi meccanismi di esclusione, repressione e violenza celati nel linguaggio e nelle strutture sociali. Ha scritto poesie, prose, saggi e radiodrammi. Tra le sue opere più note figurano il romanzo Malina (1971) e la raccolta poetica Die gestundete Zeit (1953), che l’hanno consacrata come una delle voci principali della letteratura europea del dopoguerra. Ha collaborato con importanti artisti del suo tempo – fu amica di Paul Celan, uno dei più grandi poeti del XX secolo, e la loro relazione ha influenzato profondamente sia la loro arte che la loro vita privata.
Oltre alla sua attività creativa, Bachmann ha affrontato in modo filosofico questioni legate al linguaggio, alla libertà e al ruolo delle donne. Le sue lezioni, intitolate Lezioni di Francoforte (1959/60), sono considerate fondamentali per comprendere la letteratura come gesto etico e politico. Come autrice donna in un mondo letterario ancora dominato dagli uomini, con la sua profondità riflessiva e il suo stile originale ha aperto la strada a molte scrittrici che l’hanno seguita.
La casa a Klagenfurt (in Henselstraße), dove è cresciuta e dove amava tornare da Roma (dove visse più tardi), oggi conserva il suo archivio personale e la sua biblioteca. È prevista la trasformazione della casa in museo, poiché conserva numerosi ricordi che testimoniano il legame tra la sua vita e la sua scrittura. Tra i suoi libri sono stati trovati anche romanzi gialli – un dettaglio curioso, che offre uno sguardo interessante sul suo background letterario. Nell’ambito della Salzburger Ausgabe, si stanno svolgendo lavori per pubblicare l’intera eredità letteraria – incluse lettere, saggi e testi inediti. Bachmann non fu solo una scrittrice, ma dimostrò anche che le idee filosofiche possono essere espresse attraverso il linguaggio letterario. Le sue opere sono ancora oggi oggetto di numerose ricerche, poiché affrontano tematiche sempre attuali – identità, confini, linguaggio e libertà.
Dalla fine di aprile, il distretto EPIC di Nova Gorica ospita la Cupola di Ingeborg Bachmann, che rappresenta un legame simbolico e fisico tra Nova Gorica e la Carinzia austriaca. Si trova nell’area rinnovata della stazione ferroviaria di Nova Gorica, precisamente nella depressione orientale del nuovo sottopassaggio ferroviario. La cupola, prestata dalla Fondazione Culturale Carinziana per l’attuale Capitale Europea della Cultura, resterà fino a novembre e sarà sede di eventi e esperienze. Il concetto è stato ideato da Gerhard Fresacher e Armin Guerino (che l’ha anche costruita), mentre il paesaggio sonoro è stato realizzato da Fresacher e Anna Ennemoser. È stata creata come scena mobile per importanti festival culturali nella regione Alpe-Adria e oltre. I visitatori possono camminare all’interno, uno spazio che invita alla riflessione – dotato di suoni e di elementi interattivi sensibili al tocco. È anche uno spazio per incontri artistici multidisciplinari concepiti specificamente per la cupola e in relazione ai suoi contenuti.
Foto: Mario Dondero
