Quando:
dalle 18.05
: martedì, giovedì dalle 8.00 Alle 15.00
Aleksander Peca: 42

Con 42, Aleksander Peca apre portali verso universi paralleli dove il barocco incontra i robot, le geishe si fondono con il lattice e la cultura pop balla con la realtà. Un viaggio visivo ironico, provocatorio e assolutamente inaspettato.
Avviso introduttivo: Se vi aspettavate una mostra convenzionale, con quadri appesi alle pareti che si comportano in modo educato, siete nel posto sbagliato. Appena entrati in galleria, potreste avere la sensazione di essere osservati. Anzi, giudicati. E avete ragione. Le raffigurazioni sono così convincenti che vi chiederete due volte se siete davvero in una galleria o se per errore siete finiti in un universo parallelo.
Sull'artista: Aleksander Peca, pittore originario di Nova Gorica, ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove ha probabilmente convinto i professori che i suoi ritratti fossero persone reali intrappolate sulla tela. La sua arte unisce la pop culture occidentale e orientale, la subcultura e temi di cui solitamente non si parla a cena. E nemmeno al primo appuntamento. I quadri di Aleksander sono come cocktail visivi: un po’ di barocco, un pizzico di robot, un tocco di geishe e una goccia di lattice – il tutto miscelato con precisione da samurai. Sono una sorta di portali verso universi in cui la realtà inciampa nei propri piedi e la pop culture danza un tango con la teatralità barocca.
Cosa aspettarsi: Il titolo stesso della mostra suggerisce che qui niente è davvero saldo sotto i piedi. In una galassia dove la maggior parte dell’arte è conservata in cornici prevedibili, Peca si rivela come una sorta di folletto interstellare che lancia colori sulla tela con una precisione birichina e un sorriso lievemente stravagante. I suoi dipinti a olio sono come guide spaziali iperrealistiche che ci conducono attraverso scene in cui corpi femminili, a volte idealizzati fino alla perfezione abbagliante, si incontrano con angolazioni e composizioni inusuali. Le tele di Peca sono un ibrido tra fotorealismo e logica onirica, dove le leggi della fisica e le norme sociali chiedono gentilmente una vacanza. I tabù vengono trattati come frammenti di specchi rotti, lavorati con ironia e una leggera curiosità perversa. Le figure sembrano colte nell’attimo prima di un evento importante – forse la rivelazione di un grande segreto o semplicemente prima che inizino a parlare. Le sue opere sono allo stesso tempo scintillanti e vagamente inquietanti, come un bar alla fine dell’universo dove servono uno Sterminatore Galattico al gusto di nostalgia e un pizzico di proibito. Aleksander ama interpretare il ruolo del voyeur, ed è proprio qui il fascino della sua pittura: non si sa mai se si è spettatori o parte della storia. O forse entrambe le cose? È un artista che non dipinge solo quadri, ma crea mondi dove ogni dettaglio è allo stesso tempo una battuta e un mistero. E questo, cari viaggiatori delle galassie artistiche, è qualcosa che merita almeno una breve sosta – magari con un asciugamano in mano, per ogni evenienza.
Informazioni sulla lingua
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