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24/07/2025

Céline Sciamma, vincitrice del Premio all'Opera d'Autore, sul Festival Sergio Amidei

Céline Sciamma, vincitrice del Premio all'Opera d'Autore, sul Festival Sergio Amidei

Céline Sciamma è la vincitrice di quest’anno del Premio all'Opera d'Autore per la Migliore Sceneggiatura al Festival Sergio Amidei. Del festival ha detto quanto segue:

È raro un premio con un anima. In questo premio c’è prima di tutto l anima de Sergio Amidei, ma anche l'anima della bellissima squadra del premio, del kinomax, dalla giuria. Un premio con un anima crea una communita. Sono felice di fare parte de questa storia. E gli ringrazio molto.

Aldilà della riconoscenza personale che dà coraggio per andare avanti, è un’occasione di pensare al cinema e dunque di celebrare le capacità uniche di questo linguaggio ad esprimere ed influenzare.

Se guardo indietro e rifletto su questo lavoro direi che la questione comune che anima ogni film, la prima di tutte e che rimane viva, è sempre: cosa può fare il cinema? È la cosa alla quale preferisco pensare e che mi guida.  Per pensare ai film del futuro, certamente, ma anche pensare al potere del linguaggio, la sua responsabilità.

Ultimamente è spesso doloroso. Ultimamente gle macchine da presa le più importante sono in Palestina filmando il genocidio del popolo palestinese, sono in Ucraina, sono a Calais filmando la polizia francese affondando i gommoni dei rifugiati a colpi di coltello, sono a Los Angeles filmando i raid dell’Ice. Gle Machine di prese più importante oggi sono nelle mani di quelli che resistono, dei testimoni, delle vittime, sono nelle mani degli oppressi. Cosa può fare l’immaginazione in un momento simile? Cosa può fare il cinema di fiction e le sue capacità sempre più grandi a fabbricare illusioni alle quali crediamo? Molto, credo.

Ma fa ben poco. E si spiega. È la storia di un linguaggio nato con il ventesimo secolo e che gli somiglia, sono le problematiche di un’arte nata e cresciuto con il capitalismo, l’industrializzazione, nel cuore dei conflitti mondiali e coloniali. Un linguaggio che si fa all’interno di un’industria avrà difficoltà a immaginare un altro mondo. È molto difficile tracciare una via di rivolta in una sistema, specialmente se scegliete la dolcezza.

Tuttavia il cinema si vede come resistente perché sempre occupato a lottare, contro la scomparsa del suo modello economico. Lo stanca, lo distrae, gli impedisce di esplorare. E comprensibile. Ma se dovessimo scomparire, d’un giorno all’indomani, il cinema sarebbe gli archivi di quello che ci ha portato la. Qual è il progetto di un’illusione che tenta di assomigliare al mondo che produce l’illusione ?

Ho un pensiero per tutti gli immaginari alternativi, per tutti i mondi inventati e respirabili dove viviamo ogni tanto, leggendo, amando, fondando comunità. ho un pensiero per le autrici di fantascienza femministe. Marie Shelley, Ottavia Butler, Ursula K le Guin, Françoise d’Eaubonne, Anna Rinonapoli. E da tanto tempo che hanno fatto il lavoro d’immaginare mondi diversi. Stranamente non sono mai state adattate al cinema.

Il cinema italiano, dai suoi finanziamenti pubblici fino agli spazi culturali, è sempre di più attaccato in modo sistematico dal governo di Giorgia Meloni. Riflettete: non proverebbero a fermare il cinema se non avesse alcun potere di trasformazione.

Ci auguro tanto coraggio e vi ringrazio.

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