Museo all'aperto Kolovrat

Dove:
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Museo all'aperto Kolovrat

Ognuno dei musei all’aperto che preservano i resti del fronte isontino testimonia il ruolo importante giocato dalla natura durante la guerra. Il Kolovrat è uno dei luoghi della Grande Guerra piu visitati e piu facilmente accessibili. La cresta del Kolovrat che offre eccezionali panorami sulle Alpi Giulie e sullo smeraldino Soča (Isonzo) da una parte, sulla Benecia, la pianura friulana e il mare Adriatico dall’altra, è un’attrattiva anche per i ciclisti. Per di qui passava la linea di difesa italiana con i posti di comando, le postazioni di tiro e la rete di trincee e caverne ancora conservati. Questo museo è particolare anche perché si trova a cavallo tra due Stati – Italia e Slovenia.

Il sentiero circolare del Museo all’aperto Kolovrat passa accanto a posti di comando e di osservazione, postazioni per mitragliatrici e cannoni, caverne e reti di trincee a vari livelli. La visita a queste postazioni è particolarmente interessante per vari dettagli come ad esempio la scalinata a forma di chiocciola in una delle caverne, ma anche per l’uso, in parte, di materiali originali rispetto a quelli usati comunemente in tempo di guerra. Dalla cima della cresta del Kolovrat c’è una bellissima veduta sull’allora campo di battaglia del fronte dell’Isonzo, che va dal Kanin (Monte Canin) alla catena del Krn (Monte Nero) fino alla Sveta Gora (Monte Santo) per arrivare al golfo di Trieste. Lungo il versante del Kolovrat, che ripido si erge sulla sponda destra del fiume Soča (Isonzo) tra Kobarid (Caporetto) e Tolmin (Tolmino), prima della Grande Guerra scorreva il confine tra monarchia austro-ungarica e Italia. Nei primi giorni del conflitto le unità italiane attraversarono la cresta confinaria e presero a fortificarla. L’esercito italiano costruì gradualmente un vasto sistema di linee difensive chiamato linea d’armata. Sulla cresta c’erano un gran numero di postazioni d’artiglieria e punti d’osservazione da dove si poteva controllare il campo di battaglia isontino. Da queste alte postazioni gli artiglieri italiani sparavano sulle postazioni austro-ungariche, sulla strada che serviva per il mantenimento tra Tolmin e la valle della Bača e ad altri importanti bersagli nelle retrovie austro-ungariche. L’intera cresta fu ricoperta anche da trincee fortificate. Oltre la sella tra le alture Na Gradu/Klabuk e Trinški vrh/Monte Piatto scorreva l’importante strada di mantenimento che collegava le retrovie con le postazioni di fronte alla testa di ponte di Tolmino ovvero con la prima e la seconda linea delle postazioni italiane. Le postazioni sul Kolovrat rappresentarono, per gli italiani, uno dei punti chiave della difesa nella Dodicesima Battaglia dell’Isonzo. Il comando dell’esercito tedesco promise, all’ufficiale che avrebbe preso quel punto, l’alta onorificenza Pour le mérite. Venne assegnata al sottotenente Schörner che con la sua unità, facente parte del corpo alpino tedesco, prese le postazioni sul Na Gradu già il primo giorno dell’offensiva, la sera del 24 ottobre 1917. Con la conquista di queste postazioni le unità tedesche aprirono la strada al successivo sfondamento lungo la cresta del Kolovrat e del Monte Matajur fino alla pianura friulana. Ai combattimenti sul Kolovrat come comandante di un’unità del battaglione alpino Württemberg collaborò anche il sottotenente Erwin Rommel. Il terzo giorno della Dodicesima Battaglia dell’Isonzo fui lui a conquistare, con la sua unità, il Monte Matajur.

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