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AMNESIE - CAMILLA MARINONI, L'INIZIO DI OGNI GIORNO – CANTO IV, a cura di Elisabetta Zerial

Quando:
03/06 - 31/12/2025
- lunedì, martedì, mercoledì, giovedì dalle 9:30 Alle 13:00, dalle 13:30 Alle 18:00
- venerdì, sabato, Domenica dalle 10:00 Alle 13:00, dalle 14:00 Alle 19:00

Dove:
CASA KRAINER
Via Rastello 43
34170 Gorizia (GO)

AMNESIE - CAMILLA MARINONI, L'INIZIO DI OGNI GIORNO – CANTO IV, a cura di Elisabetta Zerial

In occasione di GO!2025 – Borderless Nova Gorica e Gorizia Capitale Europea della Cultura, all'interno della rassegna Amnesie, Casa Krainer accoglie nei suoi spazi intimi l’installazione site-specific di Camilla Marinoni L’inizio di ogni giorno - Canto IV. Un'opera che si colloca al crocevia tra presenza e scomparsa, tra il fragile permanere della memoria e la sua costante minaccia di dissoluzione. In un tempo che spesso ci appare confuso, frammentato, dove ciò che è stato rischia di svanire senza lasciare traccia, l’artista ci invita a sostare in ascolto, a ritrovare un ritmo interiore capace di opporsi a quello dell’oblio.

AMNESIE

un progetto di Zerial Art

Project a cura di Elisabetta Zerial 

GO!2025 Borderless Nova Gorica Gorizia Capitale Europea della Cultura

 

Amnesie per un’intera comunità, due città, due nazioni, con una visione condivisa di riscoprire, reinterpretare e celebrare il patrimonio culturale.

Zerial Art Project presenta la rassegna Amnesie, a cura di Elisabetta Zerial, nell’ambito di GO!2025 – Borderless Nova Gorica Gorizia Capitale Europea della Cultura. Amnesie si sviluppa come progetto diffuso che mette in dialogo dieci artisti contemporanei in quattro luoghi emblematici del territorio transfrontaliero: Casa Krainer, Palazzo Lantieri, Kinemax e Vila Vipolže. Nova Gorica e Gorizia, un tempo divise da un confine politico e ideologico, diventano oggi simbolo di un’Europa senza barriere, attraversata da memorie condivise e traumi collettivi.

Dieci mostre personali site-speci fic — di Stefano Cagol, Nina Carini, Federico Clapis, Massimo Gardone, Andreas Senoner, Desideria Burgio, Andrea Guastavino, Marco Bolognesi, Camilla Marinoni e Marina Moreno — esplorano l’amnesia come condizione fluida dell’esistenza contemporanea: perdita, rimozione, oblio, ma anche spazio fertile per una possibile rigenerazione della memoria. L’amnesia, infatti, non è solo una sottrazione: è un vuoto che può diventare possibilità. A Nova Gorica e Gorizia, città un tempo divise e oggi unite, l’arte si fa ponte tra passato e futuro, tra identità multiple e un sentire comune.

Le architetture della memoria

I luoghi che ospitano Amnesie non sono semplici contenitori, ma vere e proprie architetture della memoria: Casa Krainer, Palazzo Lantieri, Kinemax e Vila Vipolže raccontano storie di convivenze e separazioni, di tracce lasciate dal tempo e di strati ficazioni storiche. Le loro strutture — medievali, rinascimentali o in stile Liberty goriziano — dialogano con le opere, ampli ficando la sospensione, il vuoto e la ricostruzione che l’amnesia porta con sé: ogni stanza, ogni pietra, ogni affresco diventa traccia del passato, pronta a farsi presente attraverso l’arte contemporanea.

Casa Krainer

Conosciuta anche come Casa Sticsa, è un edi ficio simbolo del centro storico di Gorizia, documentato già nel 1769 ma con origini medievali, come testimonia l’antico pozzo in pietra nel cortile interno. All’inizio del Novecento l’architetto Gerolamo Luzzatto ne rinnovò la facciata in raf finato Liberty goriziano per conto di Edoardo Sticsa, fondendo modernità e memoria mitteleuropea. Il nome “Krainer” deriva dalla storica ferramenta di famiglia che operò al piano terra fino al 1912, punto di riferimento per la comunità cittadina. Oggi, sotto la gestione della società ViaRastello43 S.r.l, Casa Krainer è un centro culturale dinamico che ospita eventi, mostre e iniziative dedicate all’artigianato e alla cultura regionale.

La selezione dei cinque artisti per Casa Krainer funziona come un microcosmo del tema Amnesie, perché ciascuno – da una prospettiva diversa – indaga il rapporto tra memoria e oblio, intrecciando linguaggi, materiali e modalità espressive che dialogano con lo spazio storico dell’edificio. Stefano Cagol ci invita a ri flettere sulla responsabilità collettiva: ci spinge a riconoscere che la memoria ambientale e geopolitica non è mai neutra, ma frutto delle nostre scelte. Andrea Guastavino, porta alla luce tracce di un passato bellico che resta frammentato eppure potentissimo: la fragilità del suo ricordo insieme alla sua capacità di testimoniare e connettere. Desideria Burgio con il suo intervento sottolinea come il passato si riaffacci nel presente, insegnandoci che la memoria non è un peso, ma una forza che rinnova. Andreas Senoner introduce la dimensione della rigenerazione: amnesia non come vuoto sterile, ma come “materia prima” di nuove narrazioni, capace di trasformarsi anziché soltanto tramandarsi. Camilla Marinoni completa il ciclo riportando l’attenzione sull’atto rituale del ricordare, quotidiano e poetico, ricordandoci che persino la memoria più fragile può diventare atto di resistenza, ogni giorno.

Insieme, queste cinque mostre riattivano Casa Krainer come spazio vivo di strati ficazioni, dialogando con la storia dell’edi ficio e con le sue molte anime, trasformando l’amnesia in un’occasione di rinascita e di incontro tra passato e futuro.

Le declinazioni di Amnesie

In questa rassegna, l’amnesia si dispiega in quattro ambiti che si sovrappongono e si intersecano. Sul piano storico e geopolitico, l’amnesia agisce come strumento del potere: scegliendo quali eventi tramandare e quali cancellare — guerre mondiali, confini imposti, genocidi o movimenti di resistenza — crea identità frammentate, sospese tra ricordo e oblio. A livello psicologico ed emotivo, è un meccanismo difensivo dell’inconscio: dimenticare per proteggersi dal trauma, ma rischiare di perdere parti di sé, lasciando ferite aperte. Sul fronte ambientale e paesaggistico, abbiamo smarrito la connessione profonda con la natura, il ritmo delle stagioni e i saperi antichi, mentre i paesaggi stessi diventano archivi silenziosi di memorie sommerse — ruderi, siti abbandonati, tracce di un passato che resiste. In fine, nell’ambito degli archivi e dell’identità: chi sei se ti è stato impedito di ricordare da dove vieni? Spesso l’identità si costruisce proprio a partire da ciò che è stato dimenticato o distorto, nel tentativo di ricucire ciò che è stato separato. L’amnesia si manifesta nella dispersione dei documenti e nella cancellazione delle storie, questionando la costruzione del sé quando le radici vengono negate.

Amnesie è un viaggio tra questi linguaggi e territori, un mosaico di visioni che restituisce voce a ciò che è stato silenziato e trasforma il vuoto in spazio di ricostruzione, in un atto poetico di resistenza e rinascita.

AMNESIE L'INIZIO DI OGNI GIORNO – CANTO IV, a cura di Elisabetta Zerial 

In occasione di GO!2025 – Borderless Nova Gorica e Gorizia Capitale Europea della Cultura, all'interno della rassegna Amnesie, Casa Krainer accoglie nei suoi spazi intimi l’installazione site-specific di Camilla Marinoni L’inizio di ogni giorno - Canto IV. Un'opera che si colloca al crocevia tra presenza e scomparsa, tra il fragile permanere della memoria e la sua costante minaccia di dissoluzione. In un tempo che spesso ci appare confuso, frammentato, dove ciò che è stato rischia di svanire senza lasciare traccia, l’artista ci invita a sostare in ascolto, a ritrovare un ritmo interiore capace di opporsi a quello dell’oblio.

L’inizio di ogni giorno è un atto di resistenza, un rito quotidiano che rinnova la possibilità di ricordare, di riattivare una connessione profonda con ciò che è stato e con ciò che continua a vivere in noi. Il lavoro si compone di un’installazione sonora e una scultura, due presenze che si intrecciano nel silenzio evocativo di Casa Krainer. Una voce sussurra in italiano, sloveno e inglese, una frase tratta da Vita activa (1958) di Hannah Arendt, filosofa tedesca, ricordandoci che ogni nascita – ogni giorno – è un atto politico e spirituale, una ribellione contro la finitudine della vita.

Nel pozzo medievale, elemento centrale dell’installazione, si raccoglie il senso stesso della memoria come spazio sotterraneo e fluido, fonte di vita ma anche di mistero. L’acqua diventa così metafora della conoscenza e dell’ascolto, della rinascita e del tempo che scorre. Le sue acque silenziose custodiscono memorie collettive, sussurri di vite trascorse, rinascite possibili e antiche saggezze. La scultura, concepita come un fiore rarefatto, si apre con petali in ceramica e vetro soffiato, materiali delicati e preziosi che riflettono la luce e il respiro della fragilità umana. Al centro, un volto inciso: forma dell’identità, traccia dell’essere, eco del sacro che ci abita. L’aggiunta della coperta isotermica, usata dal lato dorato, genera una tensione tra vulnerabilità e protezione, tra ciò che è prezioso e ciò che rischia di essere dimenticato.

Quest’opera non intende spiegare né commemorare: piuttosto, invita a una sospensione del tempo, a un ritorno lento e consapevole a sé stessi e agli altri. In un’epoca dominata dalla velocità e dalla dimenticanza, L'inizio di ogni giorno - Canto IV è un gesto poetico che rinnova la possibilità del senso. Un piccolo altare laico che ci ricorda, con forza sottile, che ricordare è un atto d’amore. E che ogni giorno, se vissuto con consapevolezza, può essere davvero l’inizio di tutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Contatti

Email organizzatore info@zerialartproject.com Telefono dell'organizzatore +39 3517662597

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