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AMNESIE – ANDREAS SENONER, DALL'ASSENZA, LA FORMA, a cura di Elisabetta Zerial

Quando:
03/06 - 31/12/2025
- lunedì, martedì, mercoledì, giovedì dalle 9:30 Alle 13:00, dalle 13:30 Alle 18:00
- venerdì, sabato, Domenica dalle 10:00 Alle 13:00, dalle 14:00 Alle 19:00

Dove:
CASA KRAINER
Via Rastello 43
34170 Gorizia (GO)

AMNESIE – ANDREAS SENONER, DALL'ASSENZA, LA FORMA, a cura di Elisabetta Zerial

In occasione di GO!2025 BORDERLESS Nova Gorica Gorizia European Capital of Culture e della rassegna Amnesie, l'intervento site-speci fic Dall'assenza, la forma di Andreas Senoner si innesta in una ri flessione sull’identità e sulla memoria, con particolare attenzione al fenomeno dell’amnesia non come vuoto, ma come possibilità di trasformazione.

AMNESIE

un progetto di Zerial Art

Project a cura di Elisabetta Zerial 

GO!2025 Borderless Nova Gorica Gorizia Capitale Europea della Cultura

 

Amnesie per un’intera comunità, due città, due nazioni, con una visione condivisa di riscoprire, reinterpretare e celebrare il patrimonio culturale.

Zerial Art Project presenta la rassegna Amnesie, a cura di Elisabetta Zerial, nell’ambito di GO!2025 – Borderless Nova Gorica Gorizia Capitale Europea della Cultura. Amnesie si sviluppa come progetto diffuso che mette in dialogo dieci artisti contemporanei in quattro luoghi emblematici del territorio transfrontaliero: Casa Krainer, Palazzo Lantieri, Kinemax e Vila Vipolže. Nova Gorica e Gorizia, un tempo divise da un confine politico e ideologico, diventano oggi simbolo di un’Europa senza barriere, attraversata da memorie condivise e traumi collettivi.

Dieci mostre personali site-speci fic — di Stefano Cagol, Nina Carini, Federico Clapis, Massimo Gardone, Andreas Senoner, Desideria Burgio, Andrea Guastavino, Marco Bolognesi, Camilla Marinoni e Marina Moreno — esplorano l’amnesia come condizione fluida dell’esistenza contemporanea: perdita, rimozione, oblio, ma anche spazio fertile per una possibile rigenerazione della memoria. L’amnesia, infatti, non è solo una sottrazione: è un vuoto che può diventare possibilità. A Nova Gorica e Gorizia, città un tempo divise e oggi unite, l’arte si fa ponte tra passato e futuro, tra identità multiple e un sentire comune.

Le architetture della memoria

I luoghi che ospitano Amnesie non sono semplici contenitori, ma vere e proprie architetture della memoria: Casa Krainer, Palazzo Lantieri, Kinemax e Vila Vipolže raccontano storie di convivenze e separazioni, di tracce lasciate dal tempo e di strati ficazioni storiche. Le loro strutture — medievali, rinascimentali o in stile Liberty goriziano — dialogano con le opere, ampli ficando la sospensione, il vuoto e la ricostruzione che l’amnesia porta con sé: ogni stanza, ogni pietra, ogni affresco diventa traccia del passato, pronta a farsi presente attraverso l’arte contemporanea.

Casa Krainer

Conosciuta anche come Casa Sticsa, è un edi ficio simbolo del centro storico di Gorizia, documentato già nel 1769 ma con origini medievali, come testimonia l’antico pozzo in pietra nel cortile interno. All’inizio del Novecento l’architetto Gerolamo Luzzatto ne rinnovò la facciata in raf finato Liberty goriziano per conto di Edoardo Sticsa, fondendo modernità e memoria mitteleuropea. Il nome “Krainer” deriva dalla storica ferramenta di famiglia che operò al piano terra fino al 1912, punto di riferimento per la comunità cittadina. Oggi, sotto la gestione della società ViaRastello43 S.r.l, Casa Krainer è un centro culturale dinamico che ospita eventi, mostre e iniziative dedicate all’artigianato e alla cultura regionale.

La selezione dei cinque artisti per Casa Krainer funziona come un microcosmo del tema Amnesie, perché ciascuno – da una prospettiva diversa – indaga il rapporto tra memoria e oblio, intrecciando linguaggi, materiali e modalità espressive che dialogano con lo spazio storico dell’edificio. Stefano Cagol ci invita a ri flettere sulla responsabilità collettiva: ci spinge a riconoscere che la memoria ambientale e geopolitica non è mai neutra, ma frutto delle nostre scelte. Andrea Guastavino, porta alla luce tracce di un passato bellico che resta frammentato eppure potentissimo: la fragilità del suo ricordo insieme alla sua capacità di testimoniare e connettere. Desideria Burgio con il suo intervento sottolinea come il passato si riaffacci nel presente, insegnandoci che la memoria non è un peso, ma una forza che rinnova. Andreas Senoner introduce la dimensione della rigenerazione: amnesia non come vuoto sterile, ma come “materia prima” di nuove narrazioni, capace di trasformarsi anziché soltanto tramandarsi. Camilla Marinoni completa il ciclo riportando l’attenzione sull’atto rituale del ricordare, quotidiano e poetico, ricordandoci che persino la memoria più fragile può diventare atto di resistenza, ogni giorno.

Insieme, queste cinque mostre riattivano Casa Krainer come spazio vivo di strati ficazioni, dialogando con la storia dell’edi ficio e con le sue molte anime, trasformando l’amnesia in un’occasione di rinascita e di incontro tra passato e futuro.

Le declinazioni di Amnesie

In questa rassegna, l’amnesia si dispiega in quattro ambiti che si sovrappongono e si intersecano. Sul piano storico e geopolitico, l’amnesia agisce come strumento del potere: scegliendo quali eventi tramandare e quali cancellare — guerre mondiali, confini imposti, genocidi o movimenti di resistenza — crea identità frammentate, sospese tra ricordo e oblio. A livello psicologico ed emotivo, è un meccanismo difensivo dell’inconscio: dimenticare per proteggersi dal trauma, ma rischiare di perdere parti di sé, lasciando ferite aperte. Sul fronte ambientale e paesaggistico, abbiamo smarrito la connessione profonda con la natura, il ritmo delle stagioni e i saperi antichi, mentre i paesaggi stessi diventano archivi silenziosi di memorie sommerse — ruderi, siti abbandonati, tracce di un passato che resiste. In fine, nell’ambito degli archivi e dell’identità: chi sei se ti è stato impedito di ricordare da dove vieni? Spesso l’identità si costruisce proprio a partire da ciò che è stato dimenticato o distorto, nel tentativo di ricucire ciò che è stato separato. L’amnesia si manifesta nella dispersione dei documenti e nella cancellazione delle storie, questionando la costruzione del sé quando le radici vengono negate.

Amnesie è un viaggio tra questi linguaggi e territori, un mosaico di visioni che restituisce voce a ciò che è stato silenziato e trasforma il vuoto in spazio di ricostruzione, in un atto poetico di resistenza e rinascita.

AMNESIE – ANDREAS SENONER DALL'ASSENZA, LA FORMA, a cura di Elisabetta Zerial

In occasione di GO!2025 BORDERLESS Nova Gorica Gorizia European Capital of Culture e della rassegna Amnesie, l'intervento site-speci fic Dall'assenza, la forma di Andreas Senoner si innesta in una ri flessione sull’identità e sulla memoria, con particolare attenzione al fenomeno dell’amnesia non come vuoto, ma come possibilità di trasformazione.

È proprio su questa tensione che si sviluppa il lavoro di Senoner: le sue sculture, sospese tra il naturale e l’innaturale, tra il corporeo e il simbolico, diventano strumenti poetici attraverso cui leggere l’amnesia non come perdita sterile, ma come spazio generativo di nuove forme e signi ficati.

Le opere di Senoner offrono un paradigma per ri flettere su un territorio che ha vissuto fratture profonde, ma che oggi può trasformare la propria memoria in una risorsa attiva. L’amnesia non deve essere vista come una cesura traumatica, ma come un’opportunità di ridefinizione: è lo spazio bianco in cui si può riscrivere un’identità collettiva che non sia più ancorata esclusivamente a memorie dolorose o a logiche divisive, ma aperta alla costruzione di nuovi immaginari condivisi.

Dall'assenza, la forma ci ricorda che dimenticare non è sempre un atto di rimozione, ma può essere un gesto creativo, una forma di rigenerazione. Attraverso materiali, forme e figure che evocano tensione, sospensione e metamorfosi, Senoner apre domande fondamentali: cosa resta quando il passato si dissolve? Come si ricostruisce un’identità storica frantumata? È proprio in queste crepe che si inserisce il suo lavoro, come una lente capace di mostrare l’ambiguità del tempo, dove il rimosso continua a esercitare una forza sotterranea.

Le sue opere suggeriscono che l’amnesia non sia solo una condizione da temere, ma anche un meccanismo di trasformazione e un atto di resistenza. L’assenza diventa così uno spazio fertile per nuove narrazioni; la perdita, una possibilità di riscrittura. Dall'assenza, la forma accoglie la frammentazione come principio formale e concettuale, e ci invita a contemplare la bellezza imperfetta delle tracce, delle cicatrici, di ciò che è stato cancellato ma non dimenticato del tutto.

Le sue sculture non raccontano una storia lineare o chiusa, ma evocano uno scorrere del tempo che cancella e modi fica, lasciando dietro di sé tracce mutevoli, imperfette, eppure cariche di signi ficato. Sono presenze silenziose di un'identità storica mai fissa, quasi sospese, che abitano lo spazio con delicatezza e intensità, sempre in bilico tra ciò che ricordiamo e ciò che inevitabilmente dimentichiamo.

 

 

 

 

 

Contatti

Email organizzatore info@zerialartproject.com Telefono dell'organizzatore +39 3517662597

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