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25/01/2024

Goran Vojnović: “Cercando la lingua perduta”

Goran Vojnović: “Cercando la lingua perduta”

Goran Vojnovič è uno scrittore, regista ed editorialista sloveno, diplomato all'Accademia slovena di teatro, radio, televisione e cinema. I suoi quattro romanzi – “Cefuri raus!” (Čefurji raus!), “Jugoslavia, terra mia” (Jugoslavija, moja dežela), “Figa” e “Đorđić se vrača” – sono stati molto acclamati e adattati per il teatro.

 

Nell'ambito della Capitale europea della cultura 2025 Nova Gorica-Gorizia, è stato invitato a partecipare a Inabili alla Morte (Nezmožni umreti), uno dei progetti chiave del programma ufficiale di GO! 2025. L’intero progetto – che ha riunito Mittelfest, GO! 2025 e il Teatro Nazionale Sloveno Nova Gorica – è stato ideato dal regista italiano Giacomo Pedini di Mittelfest.

 

La produzione teatrale si comporrà di tre parti, e Vojnović sta scrivendo il testo teatrale per la seconda parte della trilogia, con il titolo provvisorio di “Cercando la lingua perduta” (V iskanju izgubljenega jezika). Tratta del periodo successivo alla Seconda guerra mondiale e dell'epoca della netta divisione tra Est e Ovest. Per scrivere del confine, tocca gli anni Cinquanta e Sessanta. “Torno indietro al tempo in cui il confine esisteva ancora e più ci penso, più mi rendo conto che non è cambiato molto. Avrebbe dovuto, ma è cambiato ben poco. Certo, oggi si può attraversare il confine senza alcuna restrizione, si può fare shopping in Italia, e questo è già qualcosa. Ma quello che tutti speravamo era di creare un mondo comune. Che la convivenza tra una parte e l'altra diventasse qualcosa di normalissimo, quotidiano. Non è così”: queste le parole Vojnović in una dichiarazione alla stampa, in cui ha aggiunto che superare il confine e raggiungere il pubblico italiano è, in effetti, un piccolo miracolo. È vero anche il contrario. Ma la comprensione dei mondi da una parte e dall'altra è ancora molto superficiale.

 

I protagonisti della sua opera sono persone che appartengono alla stessa famiglia, ma si trovano sui due lati del confine. È stata la storia, tragica, a dividerli. Probabilmente, ammette Vojnović, non si tratta di dire quale parte sia giusta e quale sbagliata, ma come diventiamo tutti vittime della storia che determina le nostre vite. Come a un certo punto diventiamo dolorosamente consapevoli che la storia ci ha portato in un posto dove forse non eravamo destinati a stare.

 

Foto: Mankica Kranjec (Beletrina)

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