25/05/2023
Coordinatore del Servizio di volontariato di Novi Sad (NVS) e cofondatore della Rete internazionale dei coordinatori dei programmi di volontariato delle capitali europee della cultura (EVCN). "Consideriamo il volontariato come un percorso per costruire la comunità. Attraverso il volontariato sono diventati parte del progetto della Capitale europea della cultura, hanno avuto l'opportunità di conoscere la scena culturale e artistica di Novi Sad. Hanno conosciuto le istituzioni e viceversa: i lavoratori della cultura hanno conosciuto i volontari che hanno aggiunto nuovi valori alla cultura della città", spiega Prkosovački, aggiungendo che il volontariato ha anche reso possibile scambi con altre capitali, con Rijeka, Plovdiv, Timișoara, Veszprém... Attraverso il programma di volontariato hanno imparato a conoscere cosa significa organizzare, produrre, lavorare in una grande squadra. Ha iniziato come attivista. Presto ha fondato, insieme ad altri, il Centro di volontariato della Vojvodina, ha lavorato come coordinatore dell'ufficio giovani del comune di Bečej, vicino a Novi Sad, poi è stato per sette anni al Ministero della Gioventù e dello Sport della Repubblica di Serbia a Belgrado. Nel 2017 ha studiato alla Scuola di Educazione e Comunicazione dell’Università di Jonkoping in Svezia, e poi è stato chiamato a essere il coordinatore del Servizio di volontariato di Novi Sad (NVS), istituito dalla Capitale europea dei giovani 2019 e dalla Capitale europea della cultura 2022, entrambe a Novi Sad. L'idea era quella di lavorare con i volontari in modo sistematico e hanno quindi deciso di offrire ai volontari cinque settori tematici: salute, ecologia, sport, giovani e cultura. Dal 2017 a oggi, sono riusciti a creare una base di 2.200 volontari di età compresa tra i 10 e i 76 anni. Li cercano attraverso appelli sui social network, attraverso la piattaforma online nvs.rs, facendo visita a scuole, fiere, conferenze. I partner che si avvalgono di questo database sono istituzioni, ONG e gruppi informali, e durante la stessa Capitale europea della cultura vi hanno fatto ricorso i responsabili dei progetti. La maggior parte dei volontari erano universitari e alunni delle scuole superiori, mentre il 20% era rappresentato da persone anziane. "Il più grande contributo dei volontari è nel fatto di portare al progetto il sorriso, un'energia positiva che si trasferisce al pubblico e rende l'intero evento più bello e umano".