Conferenza dell’architetto Janko Rožič: Nova Gorica, Gorizia, Solkan

Vi invitiamo alla conferenza dell’architetto Janko Rožič di Odprti krog, lunedì 23 giugno 2025, alle ore 20:00, nella sala del Comune di Nova Gorica.

Lo spazio in sloveno non è qualcosa definito da un confine, una recinzione o un muro – la parola stessa parla di libertà. Una visione spaziale rivela che anche le cose multilivello e complesse possono rimanere semplici e tornare ad essere libere.

L’architetto, urbanista e saggista Janko Rožič presenterà prospettive e approfondimenti particolari sull’architettura e la natura di Nova Gorica, Gorizia e Solkan con i dintorni. Non è un caso che le tracce più antiche di insediamenti preistorici, tardo-romani e medievali si trovino proprio in questa area eccezionale – dove il fiume Soča, la "figlia limpida delle montagne" di Gregorčič, incontra ripetutamente la fertile pianura.

Molti ancora oggi cercano da qualche parte qui la leggendaria Noreia, centro mediterraneo del famoso Norico. Solkan e Gorizia furono menzionate per la prima volta nei documenti di Ottone III nel 1001, insieme a Škofja Loka tra i pochi insediamenti già registrati nella storia durante il Rinascimento ottoniano.

Dal limes romano alla cortina di ferro, dall’antichità ai tempi moderni, questa zona è stata particolarmente segnata dai confini. Sul fronte del Soča durante la Prima Guerra Mondiale si aprì una delle ferite più sanguinose del mondo – una ferita che non si è mai completamente rimarginata dopo la Seconda Guerra Mondiale, dato che qui, come a Berlino, l’Europa si divise in Est e Ovest.

Oggi, mentre il mondo trema nuovamente ai confini d’Europa, è fondamentale che ci calmiamo e ci sintonizziamo sullo spazio e la sua libertà all’incrocio tra civiltà antica e moderna. Perché una reale visione spaziale mostra che un confine, come in natura, non è una divisione ma un legame.

L’orizzonte delle colline e delle montagne, la costa del mare, la riva del fiume, la pelle del corpo, la membrana di una cellula – tutti i confini naturali contengono una ricchezza di differenze e allo stesso tempo collegano. Solo lo spazio reale, non virtuale, è uno spazio sicuro che può liberare; solo il contatto con il tutto guarisce davvero.

Volgiamo anche lo sguardo all’architettura: vediamo come lo studente di Plečnik, Edvard Ravnikar, ha sintonizzato Nova Gorica, e osserviamo come i vecchi maestri di Miren calmavano e sintonizzavano la vista spaziale. In un’epoca in cui riscopriamo quanto sia prezioso il valore della pace, torniamo alle basi – all’equilibrio tra uomo e spazio.

Attraverso le più recenti conoscenze spaziali riscopriremo la più antica saggezza dell’inserimento. I nostri antenati, insieme ai vecchi maestri, hanno sintonizzato lo spazio con la natura – non l’hanno pubblicizzato, ma sintonizzato. Ecco perché il loro lavoro resiste ancora: tracce secolari attraverso le quali quasi ogni passo nello spazio è libero, diretto e sintonizzato – come un pensiero che svela il senso.