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AMNESIE - GIORDANO FLOREANCIG, L'ARTE DEL DIMENTICARE, a cura di Elisabetta Zerial

Quando:
03/06 - 10/09/2025
- mercoledì, giovedì, venerdì dalle 9:00 Alle 17:00
- sabato, Domenica dalle 10:00 Alle 18:00
06/09/2025 dalle 19.00

Dove:
Vila Vipolze
Vipolze 29, Dobrovo, Slovenia
5212 (Brda)

AMNESIE - GIORDANO FLOREANCIG, L'ARTE DEL DIMENTICARE, a cura di Elisabetta Zerial

In occasione di GO!2025 – Borderless Nova Gorica e Gorizia Capitale Europea della Cultura, all'interno della rassegna Amnesie, Vila Vipolže accoglie nei suoi spazi intimi del piano nobile la mostra L'arte del dimenticare di Giordano Floreancig.

AMNESIE

un progetto di Zerial Art

Progetto a cura di Elisabetta Zerial 

GO!2025 Borderless Nova Gorica Gorizia Capitale Europea della Cultura

 

Amnesie per un’intera comunità, due città, due nazioni, con una visione condivisa di riscoprire, reinterpretare e celebrare il patrimonio culturale.

Zerial Art Project presenta la rassegna Amnesie, a cura di Elisabetta Zerial, nell’ambito di GO!2025 – Borderless Nova Gorica Gorizia Capitale Europea della Cultura. Amnesie si sviluppa come progetto diffuso che mette in dialogo dieci artisti contemporanei in quattro luoghi emblematici del territorio transfrontaliero: Casa Krainer, Palazzo Lantieri, Kinemax e Vila Vipolže. Nova Gorica e Gorizia, un tempo divise da un confine politico e ideologico, diventano oggi simbolo di un’Europa senza barriere, attraversata da memorie condivise e traumi collettivi.

Dieci mostre personali site-speci fic — di Stefano Cagol, Nina Carini, Federico Clapis, Massimo Gardone, Andreas Senoner, Desideria Burgio, Andrea Guastavino, Marco Bolognesi, Camilla Marinoni e Marina Moreno — esplorano l’amnesia come condizione fluida dell’esistenza contemporanea: perdita, rimozione, oblio, ma anche spazio fertile per una possibile rigenerazione della memoria. L’amnesia, infatti, non è solo una sottrazione: è un vuoto che può diventare possibilità. A Nova Gorica e Gorizia, città un tempo divise e oggi unite, l’arte si fa ponte tra passato e futuro, tra identità multiple e un sentire comune.

Le architetture della memoria

I luoghi che ospitano Amnesie non sono semplici contenitori, ma vere e proprie architetture della memoria: Casa Krainer, Palazzo Lantieri, Kinemax e Vila Vipolže raccontano storie di convivenze e separazioni, di tracce lasciate dal tempo e di strati ficazioni storiche. Le loro strutture — medievali, rinascimentali o in stile Liberty goriziano — dialogano con le opere, ampli ficando la sospensione, il vuoto e la ricostruzione che l’amnesia porta con sé: ogni stanza, ogni pietra, ogni affresco diventa traccia del passato, pronta a farsi presente attraverso l’arte contemporanea.

Casa Krainer

Conosciuta anche come Casa Sticsa, è un edi ficio simbolo del centro storico di Gorizia, documentato già nel 1769 ma con origini medievali, come testimonia l’antico pozzo in pietra nel cortile interno. All’inizio del Novecento l’architetto Gerolamo Luzzatto ne rinnovò la facciata in raf finato Liberty goriziano per conto di Edoardo Sticsa, fondendo modernità e memoria mitteleuropea. Il nome “Krainer” deriva dalla storica ferramenta di famiglia che operò al piano terra fino al 1912, punto di riferimento per la comunità cittadina. Oggi, sotto la gestione della società ViaRastello43 S.r.l, Casa Krainer è un centro culturale dinamico che ospita eventi, mostre e iniziative dedicate all’artigianato e alla cultura regionale.

La selezione dei cinque artisti per Casa Krainer funziona come un microcosmo del tema Amnesie, perché ciascuno – da una prospettiva diversa – indaga il rapporto tra memoria e oblio, intrecciando linguaggi, materiali e modalità espressive che dialogano con lo spazio storico dell’edificio. Stefano Cagol ci invita a ri flettere sulla responsabilità collettiva: ci spinge a riconoscere che la memoria ambientale e geopolitica non è mai neutra, ma frutto delle nostre scelte. Andrea Guastavino, porta alla luce tracce di un passato bellico che resta frammentato eppure potentissimo: la fragilità del suo ricordo insieme alla sua capacità di testimoniare e connettere. Desideria Burgio con il suo intervento sottolinea come il passato si riaffacci nel presente, insegnandoci che la memoria non è un peso, ma una forza che rinnova. Andreas Senoner introduce la dimensione della rigenerazione: amnesia non come vuoto sterile, ma come “materia prima” di nuove narrazioni, capace di trasformarsi anziché soltanto tramandarsi. Camilla Marinoni completa il ciclo riportando l’attenzione sull’atto rituale del ricordare, quotidiano e poetico, ricordandoci che persino la memoria più fragile può diventare atto di resistenza, ogni giorno.

Insieme, queste cinque mostre riattivano Casa Krainer come spazio vivo di strati ficazioni, dialogando con la storia dell’edi ficio e con le sue molte anime, trasformando l’amnesia in un’occasione di rinascita e di incontro tra passato e futuro.

Le declinazioni di Amnesie

In questa rassegna, l’amnesia si dispiega in quattro ambiti che si sovrappongono e si intersecano. Sul piano storico e geopolitico, l’amnesia agisce come strumento del potere: scegliendo quali eventi tramandare e quali cancellare — guerre mondiali, confini imposti, genocidi o movimenti di resistenza — crea identità frammentate, sospese tra ricordo e oblio. A livello psicologico ed emotivo, è un meccanismo difensivo dell’inconscio: dimenticare per proteggersi dal trauma, ma rischiare di perdere parti di sé, lasciando ferite aperte. Sul fronte ambientale e paesaggistico, abbiamo smarrito la connessione profonda con la natura, il ritmo delle stagioni e i saperi antichi, mentre i paesaggi stessi diventano archivi silenziosi di memorie sommerse — ruderi, siti abbandonati, tracce di un passato che resiste. In fine, nell’ambito degli archivi e dell’identità: chi sei se ti è stato impedito di ricordare da dove vieni? Spesso l’identità si costruisce proprio a partire da ciò che è stato dimenticato o distorto, nel tentativo di ricucire ciò che è stato separato. L’amnesia si manifesta nella dispersione dei documenti e nella cancellazione delle storie, questionando la costruzione del sé quando le radici vengono negate.

Amnesie è un viaggio tra questi linguaggi e territori, un mosaico di visioni che restituisce voce a ciò che è stato silenziato e trasforma il vuoto in spazio di ricostruzione, in un atto poetico di resistenza e rinascita.

AMNESIE - GIORDANO FLOREANCIG, L'ARTE DEL DIMENTICARE a cura di Elisabetta Zerial

In occasione di GO!2025 – Borderless Nova Gorica e Gorizia Capitale Europea della Cultura, all'interno della rassegna Amnesie, Vila Vipolže accoglie nei suoi spazi intimi del piano nobile la mostra L'arte del dimenticare di Giordano Floreancig.

L'artista presenta una serie di ritratti inventati, realizzati con una tecnica pittorica fortemente materica, densa, quasi scultorea. Si tratta di volti anonimi, eppure carichi di presenza: esistenze interiori che affiorano dalla tela come apparizioni disturbate, memorie distorte, identità in cerca di definizione.

I ritratti non rimandano a nessun modello riconoscibile, e proprio in questa assenza di riferimento rivelano la loro potenza evocativa. Sono immagini di ciò che resta quando l’identità viene privata delle sue fondamenta, quando la memoria smette di essere narrazione condivisa e si fa frammento, balbettio, rovina.

Chi sei, se ti è stato impedito di ricordare da dove vieni?

Chi diventi, se ciò che sei stato ti viene negato, cancellato, riscritto?

La pittura di Floreancig si muove esattamente in questo spazio liminale, dove il soggetto è ancora presente ma già trasformato, dove l’identità tenta di ricomporsi a partire da ciò che è stato rimosso. Le sue figure sembrano interrogare direttamente lo spettatore, costringendolo a una riflessione tanto intima quanto collettiva sul rapporto tra volto, storia e appartenenza.

In questa tensione fra ciò che emerge e ciò che manca, la materia pittorica diventa linguaggio della memoria inconscia: impasti, raschiature, stratificazioni si trasformano in tracce, in relitti visivi di una storia personale e universale insieme. Come se l’artista stesse scavando nel tempo – nel proprio tempo, ma anche in quello di tutti – alla ricerca di una verità non più intera, ma ancora viva.

L’opera di Floreancig si inscrive perfettamente nel cuore della rassegna Amnesie, che indaga il confine fra memoria e oblio, fra costruzione identitaria e perdita. I suoi ritratti sono icone dell’essere smarrito, ma anche testimoni ostinati di un desiderio di ricucire, di ricordare, di essere.

Nel gesto pittorico, nel volto distorto, nella materia che resiste, si cela la possibilità di una rinascita. Perché a volte, proprio nei territori dell’oblio, nasce il bisogno più autentico di sapere chi siamo.

 

Informazioni sulla lingua

Lingua dell'evento: EN, IT, SL Sottotitoli: EN, IT, SL Traduzioni audio: EN, IT, SL

Accessibilità

Sedia a rotelle

Servizi

Ristorante

Contatti

Email organizzatore info@zerialartproject.com Telefono dell'organizzatore +39 3517662597

***GO! 2025 ha una propria policy di pubblicazione degli eventi, consultabile a questo link. Non tutte le informazioni presenti possono risultare aggiornate e/o corrette e GO! 2025 non si assume la responsabilità in merito. Si consiglia di contattare l’organizzatore responsabile dell’evento per verificare le informazioni di interesse.

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