Amnesie - ci ricorda di non dimenticare / Lingue di cielo e Le cose in pericolo (A.B.C.D.E...)

Amnesie per un’intera comunità, due città, due nazioni, con una visione condivisa di riscoprire, reinterpretare e celebrare il patrimonio culturale. 

Una rassegna di undici mostre personali site-speci fic, a cura di Elisabetta Zerial, nell’ambito di GO! 2025 – Borderless Nova Gorica Gorizia Capitale Europea della Cultura, con il patrocinio del Comune di Gorizia, in collaborazione con PromoTurismoFVG, BCC Venezia Giulia Gruppo Iccrea, e l'Associazione Sociale Culturale Dâ Arie.

Amnesie si sviluppa come progetto diffuso che mette in dialogo undici artisti contemporanei in quattro luoghi emblematici del territorio transfrontaliero: Casa Krainer, Palazzo Lantieri, Kinemax e Vila Vipolže. Nova Gorica e Gorizia, un tempo divise da un con fine politico e ideologico, diventano oggi simbolo di un’Europa senza barriere, attraversata da memorie condivise e traumi collettivi.

Undici mostre personali site-speci fic — di Stefano Cagol, Nina Carini, Federico Clapis, Massimo Gardone, Andreas Senoner, Desideria Burgio, Andrea Guastavino, Marco Bolognesi, Giordano Floreancig, Camilla Marinoni e Marina Moreno — esplorano l’amnesia come condizione fluida dell’esistenza contemporanea: perdita, rimozione, oblio, ma anche spazio fertile per una possibile rigenerazione della memoria.

L’amnesia, infatti, non è solo una sottrazione: è un vuoto che può diventare possibilità. A Nova Gorica e Gorizia, città un tempo divise e oggi unite, l’arte si fa ponte tra passato e futuro, tra identità multiple e un sentire comune.

Le architetture della memoria I luoghi che ospitano Amnesie non sono semplici contenitori, ma vere e proprie architetture della memoria: Casa Krainer, Palazzo Lantieri, Kinemax e Vila Vipolže raccontano storie di convivenze e separazioni, di tracce lasciate dal tempo e di strati ficazioni storiche.

Le loro strutture — medievali, rinascimentali o in stile Secessione — dialogano con le opere, ampli ficando la sospensione, il vuoto e la ricostruzione che l’amnesia porta con sé: ogni stanza, ogni pietra, ogni affresco diventa traccia del passato, pronta a farsi presente attraverso l’arte contemporanea.

Palazzo Lantieri Costruito intorno al 1350 presso la porta sud-orientale della città, Palazzo Lantieri nasce come fortilizio a difesa di Gorizia. In origine noto come Schönhaus (“casa bella”), fungeva da foresteria dei Conti di Gorizia per gli ospiti impegnati in tornei cavallereschi e battute di caccia.

Con l’estinzione​ della dinastia, l’edi ficio passò al medico Pozzo e nel 1505 fu acquisito da Antonio Lantieri. Nel 1513 l’imperatore Massimiliano I confermò ai Lantieri il feudo, dando avvio alla trasformazione in elegante dimora signorile, arricchita da affreschi e cicli decorativi.

Fra gli ambienti più signi ficativi, la Sala degli Affreschi conserva un importante ciclo pittorico attribuito a Marcello Fogolino, commissionato da Gaspare Lantieri intorno al 1540. Gli affreschi, di matrice rinascimentale, raffigurano scene allegoriche e paesaggi ideali che rivelano il prestigio culturale della casata.

Di particolare rilievo anche la Galleria delle Formelle, un porticato decorato nel Settecento con una serie di riquadri allegorici sulle volte, che raccontano virtù morali e ideali di governo. Nel corso del Settecento il palazzo accolse personalità come Carlo Goldoni, Giacomo Casanova e papa Pio VI, in visita nel 1782.

Nei secoli è stato punto di riferimento per la Contea di Gorizia e per tutta la Mitteleuropa, crocevia di viaggiatori e protagonisti della cultura come Goethe, Schiller, Metastasio, Da Ponte e Napoleone. Ancora oggi residenza della famiglia Lantieri, è una delle dimore più prestigiose della città.

Negli ultimi anni ha accolto installazioni permanenti site-speci fic di artisti come Jannis Kounellis e Michelangelo Pistoletto, instaurando un dialogo tra memoria storica e linguaggi del presente. Nell’ambito della rassegna, Nina Carini e Federico Clapis propongono interventi che esplorano, attraverso codici visivi e sonori, le strati ficazioni del tempo e le tensioni tra permanenza e dissolvenza, attivando relazioni intime con gli spazi e le memorie di Palazzo Lantieri.

Così, tra affreschi antichi e linguaggi del presente, Palazzo Lantieri continua a essere un crocevia culturale, luogo di resistenza poetica e di rinnovata centralità per l’arte e la ri flessione in una Gorizia che guarda al futuro con radici profonde. Le declinazioni di Amnesie In questa rassegna, l’amnesia si dispiega in quattro ambiti che si sovrappongono e si intersecano.

Sul piano storico e geopolitico, l’amnesia agisce come strumento del potere: scegliendo quali eventi tramandare e quali cancellare — guerre mondiali, confini imposti, genocidi o movimenti di resistenza — crea identità frammentate, sospese tra ricordo e oblio. A livello​ psicologico ed emotivo, è un meccanismo difensivo dell’inconscio: dimenticare per proteggersi dal trauma, ma rischiare di perdere parti di sé, lasciando ferite aperte.

Sul fronte ambientale e paesaggistico, abbiamo smarrito la connessione profonda con la natura, il ritmo delle stagioni e i saperi antichi, mentre i paesaggi stessi diventano archivi silenziosi di memorie sommerse — ruderi, siti abbandonati, tracce di un passato che resiste. In fine, nell’ambito degli archivi e dell’identità: chi sei se ti è stato impedito di ricordare da dove vieni?

Spesso l’identità si costruisce proprio a partire da ciò che è stato dimenticato o distorto, nel tentativo di ricucire ciò che è stato separato. L’amnesia si manifesta nella dispersione dei documenti e nella cancellazione delle storie, questionando la costruzione del sé quando le radici vengono negate.

Amnesie è un viaggio tra questi linguaggi e territori, un mosaico di visioni che restituisce voce a ciò che è stato silenziato e trasforma il vuoto in spazio di ricostruzione, in un atto poetico di resistenza e rinascita.

In occasione di GO!2025 BORDERLESS Nova Gorica Gorizia European Capital of Culture e all’interno del progetto Amnesie, Nina Carini presenta a Palazzo Lantieri due installazioni che esplorano i concetti di tempo, fragilità e perdita.

Le sue opere si inscrivono in un percorso che, nel cuore del programma transfrontaliero, ri flette su ciò che viene dimenticato, cancellato, rimosso dalla narrazione dominante — in ambito culturale, politico, sociale. Un processo tanto silenzioso quanto pervasivo, che l’artista decostruisce attraverso una scrittura poetica e materica dello spazio.

Lingue di cielo, realizzata site specific per la Sala degli Affreschi, si confronta con un luogo profondamente segnato dalla storia e dalla rappresentazione. In uno spazio che porta in sé le tracce di un tempo collettivo — quello dell’aristocrazia, del potere, della conservazione — Carini introduce un intervento sospeso e meditativo, che invita a guardare in alto e dentro, verso una dimensione fragile ma piena di senso.

L’opera si sviluppa come una tensione aerea e visionaria, una soglia tra il visibile e l’invisibile. Lingue di cielo è installata sul pavimento della Sala degli Affreschi, creando un contrasto intimo con le super fici decorate e arricchendo lo spazio con un senso di solennità e silenzio.

Una narrazione costruita attraverso l'indagine di alcuni frammenti fossili, studio iniziato durante la residenza alla Fonderia Artistica Battaglia avvenuta nel 2023, testimonia la sua necessità di andare oltre la scala umana del tempo — funzionando come memento mori, rimandando alla distruzione silente operata dall’uomo sulla natura, ma anche alla possibilità di uno sguardo che trattiene, cura e protegge - perché come dice il titolo - al cielo gli si dà voce. 

La Sala degli Affreschi, con le sue decorazioni pregne di un immaginario classico e idealizzato, diventa così un luogo di contrappunto: alla bellezza celebrativa si affianca un’estetica della vulnerabilità, dove il cielo si fa lingua e la memoria prende la forma di un canto silenzioso. Nel giardino adiacente, l’installazione sonora Le cose in pericolo (A. B. C. D. E...) continua questa ri flessione, estendendola al paesaggio e all’esperienza dell’ascolto.

L’opera si compone come una polifonia a quattro canali, in cui gruppi di bambini della scuola primaria pronunciano elenchi di parole appartenenti a lingue ataviche: nomi di luoghi, idiomi, popoli, elementi del reale che stanno per svanire. La lingua si fa suono, balbettio poetico, evocazione di un patrimonio fragile e inafferrabile.

Questo lavoro nasce dall’incontro con il poemetto Glossopetrae di Simona Menicocci, da cui Carini ha tratto ispirazione per costruire un archivio emotivo della perdita. Il giardino, concepito come luogo di transito e trasformazione, ampli fica l’esperienza sensoriale del visitatore, che attraversa lo spazio seguendo un cammino invisibile segnato da voci, silenzi e memorie.

Nel contesto di Amnesie, le due opere si pongono come atti di resistenza intima: contro l’oblio, contro l’appiattimento del tempo e delle differenze, contro l’annullamento delle identità minori. Non è una denuncia esplicita, ma un gesto poetico che restituisce dignità a ciò che sta per scomparire.

In una società che ci impone modelli di perfezione, immortalità e consumo, Lingue di cielo e Le cose in pericolo (A.B.C.D.E...) ci ricordano che il vero senso della vita potrebbe risiedere proprio nella sua precarietà — nella tensione fragile che ci rende, nella sua accezione più antica, drammaticamente unici.

Informazioni sulla lingua

Lingua dell'evento: EN, IT Sottotitoli: EN, IT Traduzioni audio: IT

Accessibilità

Non applicabile

Servizi

Non applicabile

Contatti

Email organizzatore info@zerialartproject.com Telefono dell'organizzatore +393517662597

***GO! 2025 ha una propria policy di pubblicazione degli eventi, consultabile a questo link. Non tutte le informazioni presenti possono risultare aggiornate e/o corrette e GO! 2025 non si assume la responsabilità in merito. Si consiglia di contattare l’organizzatore responsabile dell’evento per verificare le informazioni di interesse.

Non perderti i prossimi eventi! Iscriviti alla newsletter di GO! 2025 per scoprire tutte le nostre iniziative.

Grazie

La sua richiesta è stata inviata correttamente e le risponderemo al più presto. Una copia dei dati che ci ha fornito è stata inviata al Suo indirizzo email.

Grazie

Conferma la tua registrazione premendo il link sulla mail

C'è qualcosa che non va...